Verrebbe subito da scrivere: cronaca di una domenica assurda. La precarietà degli impianti di gioco (si, ben due) infatti, ha fatto saltare la gara in programma oggi alle 16,30. La gara valida per la quarta giornata del torneo di B1, girone D, tra GiòVolley Aprilia e Sigel Marsala. Ha quindi del paradossale quanto accaduto nella cittadina laziale. Senza per questo volere attribuire la colpa a nessuno, viste le difficoltà nelle quali brancolano spesso le società sportive in Italia. La partita è iniziata per ben due volte, ma non è mai finita. Proviamo a riassumere cos’è effettivamente accaduto: la squadra pontina disputa le proprie gare interne in un pallone tensostatico (più o meno come quello pressostatico, per farlo capire ai più attempati di noi, dove una volta a Marsala di disputavano le gare di basket). Questo tipo di struttura ha sempre avuto un grosso handicap: quello della condensa che si viene a formare sul terreno di gioco. Spesso per la scarsa ventilazione, l’umidità “piove” letteralmente a terra a causa della netta differenza tra la temperatura interna e quella esterna. Ed è proprio quello che è accaduto nell’impianto sportivo di via Pergolesi. La gara, che era regolarmente iniziata, è stata interrotta sul punteggio di 5-7 a favore della Sigel. Per poi essere “trasferita”, vista l’impossibilità di ripristinare le regolari condizioni di gioco, presso una vicina palestra scolastica. Regolarmente dotata anche di una buona tribuna per gli spettatori. Così il match è ripartito, annullando il punteggio sin lì maturato nell’altro impianto. Difficoltà per tutti, in special modo per le atlete azzurre. Con la GiòVolley che, nonostante l’illuminazione fosse venuta a mancare per ben due volte, si avvicinava alla conquista del primo set. Ma sul 24-15 per le padrone di casa la partita veniva definitivamente sospesa. A causa, a quanto pare, proprio delle bizze dell’impianto elettrico. Con “buona pace” di tutti, in attesa delle decisioni della Federazione su un caso più unico che raro. Con “buona pace” soprattutto dell’intero team azzurro, che rischiava di non poter giungere in tempo a Fiumicino per salire sul volo di ritorno in partenza nella tarda serata. Restano solo le spese effettuate per un viaggio andato a vuoto e il rammarico di non aver potuto dar seguito, sul campo, alle belle prestazioni delle prime tre giornate.
UFFICIO STAMPA