Al termine di una partita strana, a tratti sconcertante, la Sigel si aggiudica tre punti che danno seguito ai due conquistati a Cutrofiano. Una Sigel dai “due volti”, farcita di potenzialità ma anche di ingenuità , capace di annichilire l’avversario nei primi due set, ma di crollare incredibilmente nel terzo. Capace comunque, ma alla fine è quello che conta, di strappare con determinazione alla P2P Baronissi la quarta e decisiva frazione di gioco. Che, ad onor del vero, sembrava essersi messa davvero male. Ciò che spontaneamente viene da pensare, facendo riferimento ai due vocaboli utilizzati prima, è che questa squadra ha ampi margini di miglioramento (leggasi appunto “potenzialità ”). A patto che quelle fasi di stallo e quelle pause seguite a errori madornali (leggasi “ingenuità ”) vengano presto “elaborate”. Quando in gare come quelle di ieri si assiste a “sbalzi” di valori così netti tra l’uno e l’altro set, ci si chiede se tutto questo possa dipendere da cali di concentrazione o da normali crolli fisici. E vengono spesso messi anche in dubbio i reali valori in campo. In buona sostanza: la rimonta della squadra ospite, andata davvero vicina alla conquista del tie-break, è stata dovuta al calo della Sigel o all’effettiva forza della compagine salernitana? La risposta, in effetti, è forse più semplice del previsto. Basta guardare in là e dare un’occhiata ai risultati della seconda giornata: apparirà subito palese che, in questo torneo, chi la farà da padrone sarà il tanto vituperato equilibrio. Chiamato in soccorso di situazioni ingarbugliate e indecifrabili. Ma che, mai come quest’anno, sembra aver scelto il ruolo di protagonista assoluto. La Sigel, aldilà di tutto, ha comunque vinto. E il vincitore di meriti ne ha sempre tanti: in primis quello di averci creduto fino in fondo. E’ stata proprio questa secondo noi l’arma vincente della squadra di Campisi. Dominatrice assoluta nelle prime due frazioni di gioco. Dominatrice fino all’inverosimile, ma controfigura di sé stessa nella seconda parte della gara. Salvo tirar fuori il “coraggio di chi ha paura” per mettere le cose a posto. La squadra azzurra parte alla grande, sbagliando pochissimo e costruendo in maniera veloce e precisa. Parte con la Trabucchi in palleggio, la Centi e la Giuliani centrali, la Marcone e la M’bra di banda, la Biccheri opposto e la Agostino libero. Dal canto suo coach Pierpaolo Veglia si affida al palleggio della Gorini, alle schiacciate delle ex-azzurre Culiani e Padua, alle centrali Composto e Maresca con l’altra ex di turno, Tiziana Caruso, nel ruolo di libero. La Sigel, dopo le battute iniziali, prende subito le “distanze”: una fast della Centi porta al primo time-out tecnico sull’8-3 a favore delle padrone di casa. Il vantaggio così accumulato viene mantenuto senza fatica. Si va dal 9-4 della Marcone all’11-6 della M’bra. Fino ad arrivare al secondo time-out dopo il 16-10 della Giuliani. La Semprefarmacia.it non riesce a entrare in partita e stenta anche a tessere l’ordinario. Apparendo incredibilmente arrendevole, aldilà di ogni previsione. Il finale di set è un monologo delle azzurre. Con la Marcone e la M’bra, apparsa ordinatissima anche in difesa, che sembrano fare a turno nel colpire l’avversario. A chiudere i conti sul 25-15 è però ancora Sara Giuliani, spesso decisiva nella prima frazione. Il leitmotiv dell’incontro non cambia nel secondo set: la Sigel continua a fare il bello e il cattivo tempo di fronte a un avversario che prosegue, dal canto suo, ad apparire impalpabile. I parziali di 4-0, 8-4 e 15-7, quest’ultimo siglato da una pipe della Marcone, sembrano esortare il numeroso pubblico intervenuto (quasi quattrocento persone) a festeggiare anzitempo. Senza che la scaramanzia possa scalfire i buoni propositi. Si va al secondo time-out tecnico sul 16-8. Si arriva prima al 19-8 grazie alla Biccheri e al 21-10 con un altro punto della schiacciatrice veronese. Il punto decisivo, quello che inchioda il set sul mortificante 25-13, è l’emblema di quanto visto fin lì: una facile palla scaraventata in rete da parte della squadra ospite, infatti, sembra essere il segnale di una resa pressoché definitiva. E invece tutto, ma proprio tutto, cambia nel giro di poche battute. Che rendono impietosamente l’idea di come il vento abbia fatto il proprio giro, mutando intensità e direzione. Per causare disastri. La Sigel rientra sul taraflex forse svuotata, forse sicura di sé o forse deconcentrata. Baronissi ci crede ancora. E, dopo essersi nascosta oltre la siepe, salta fuori per iniziare a giocare al gatto col topo. Le azzurre abboccano e non riescono a invertire quella tendenza che la partita sembra subito prendere. Una tendenza a dir poco sconcertante. Alle ragazze di Campisi non riesce più nulla. A quelle di Veglia riesce praticamente tutto. In campo adesso si vedono due squadre diverse, totalmente diverse, da quelle osservate prima. Attenzione, la P2P non crea certo sfaceli, ma riesce ad acquisire, palla dopo palla, vantaggi nel punteggio e nell’inerzia. Scoraggiando le azzurre, incapaci di tornare in auge. Quando la Sigel riesce così a rintuzzare le velleità avversarie, quest’ultime pigiano sull’acceleratore e riprendono il largo. Conquistando sempre quei due o tre punti in più. Se poi vogliamo osservare questo terzo set da un punto di vista più tecnico potremmo semplicemente aggiungere che a condannare la Sigel alla sconfitta sono forse più i numerosi errori commessi che le effettive conclusioni avversarie. Brave comunque a indurre le azzurre in confusione. Entra la Foscari per la M’bra in seconda linea. E dopo il secondo time-out tecnico, giunto sul 13-16, la squadra marsalese non riesce più a incollarsi alle salernitane. Campisi cambia la diagonale: fuori Trabucchi e Biccheri, dentro Buiatti e Scirè. Ma le rossoblù, trascinate da Marica Armonia, chiudono il set sul 20-25. Proprio con una pipe del capitano. Fosche nubi sembrano addensarsi all’orizzonte: non per il punteggio, ma per quello che si è visto sul campo, sintomo inequivocabile di un calo complessivo delle azzurre e della loro mancata reazione nel momento topico del terzo set. In effetti l’equilibrio adesso regna sovrano, scompaginando tutte le certezze acquisite nelle prime due, travolgenti frazioni. Un equilibrio intriso di nervosismo e d’incertezze. Che se da una parte torna a rendere interessante il match, dall’altro fa calare una coltre di nebbiosa tensione su tutto il PalaBellina. Una tensione da fare a fette. Le azzurre comunque appaiono più toniche, consapevoli di quanto accaduto. Le rossoblù di Veglia invece hanno acquisito quel coraggio necessario a compiere l’impresa. E tutta la grinta trasferitasi sui loro volti sprizza parole in maniera lapalissiana. Si va avanti punto a punto. E ogni realizzazione è salutata da una snervante esultanza. La Sigel però stavolta riesce a condurre le danze, senza riuscire comunque a surclassare nuovamente le avversarie. Un servizio sbagliato delle salernitane porta al primo time-out tecnico sull’8-5. La Centi sembra poi dare il là alla fuga, siglando il punto del 9-6, con la tensione che poi costringe la Armonia a sbagliare schiacciando in rete. Sul 10-6 le ragazze ospiti rialzano la testa, realizzando un break di 0-4 che le porta a impattare sul 10-10 con un ace del capitano. Inizia allora un’altra partita nella partita: errori e imprese si alternano sul taraflex, sottolineate dal caloroso tifo del pubblico. Baronissi passa addirittura a condurre sul 13-14. Pareggia ancora Benedetta Marcone, che appare tra l’altro molto provata fisicamente. Quindi la Sigel, raccogliendo le ultime energie, prova l’allungo. Che riesce e diventa decisivo. Secondo time-out tecnico sul 16-14 dopo una pipe della M’bra, tornata ai livelli dei primi due set. Un muro della stessa “colored” azzurra abbatte le ultime certezze avversarie e lancia lo sprint sul 20-16. Sul 22-19 uno scambio lungo e drammatico, con gli attacchi azzurri che costringono il libero Caruso a tre recuperi miracolosi, viene concluso dalla Giuliani. Poi le battute finali: il 24-19 arriva grazie alla Biccheri che mura la Padua. Che poi si riscatta allungando i tempi di gioco fino al 24-21. Ma ancora l’inossidabile Valentina Biccheri chiude la partita sul 25-21. Tra i sospiri di sollievo generali finisce così una gara che certifica, semmai ce ne fosse stato bisogno, l’equilibrio che, come detto prima, regnerà incontrastato. Attendiamo smentite.
                                                                     UFFICIO STAMPA